Aefi - Associazione esposizioni e fiere italiane

Rassegna stampa

Il Sole 24 ore

02/03/2012

Il tribunale di Milano ritiene nulli gli accordi tra le parti e frena le richieste degli industriali

Tra Ipack-Ima e Ucima è pareggio

di Emanuele Scarci

I CONTENDENTI - Lesce: «Vogliamo costruire un evento secondo le strategie dei produttori» Corbella: «No alle clonazioni ma disponibili al dialogo»

Ancora carte bollate nel mondo delle fiere senza pace. Dopo la sentenza di primo grado sul contenzioso tra Federlegno e BolognaFiere, questa volta la magistratura si è pronunciata sul braccio di ferro tra l'Associazione degli industriali degli imballaggi (Ucima) e Ipack-Ima, fiera big del packaging che si tiene in questi giorni a Fiera Milano, fino a domani.
Nel 2010 Ucima decise di separarsi da Ipack-Ima e avviare una mostra concorrente a Rimini Fiera, Packology. Subito dopo avviò una causa civile presso il tribunale di Milano chiedendo, a causa di una pretesa inadempienza contrattuale, un risarcimento di cinque milioni da Ipack-Ima, ma anche quest'ultima avviò un'istanza legale chiedendo, con lo strumento della domanda riconvenzionale, una sentenza che andasse al di là del rigetto dell'istanza del ricorrente.
Il Tribunale di Milano ha invece deciso che «gli accordi tra le parti sono nulli ad ogni effetto e tale nullità deve essere rilevata d'ufficio dal giudice, giacché tutte le domande proposte, traggono ragione dalla regolamentazione di tale vietato accordo». In altre parole il giudice ha ritenuto nulli gli accordi intercorsi tra le parti.
Pesanti le accuse tra i soggetti coinvolti, anche se alla fine sembra aprirsi uno spiraglio. Di fatto la clonazione delle manifestazioni non crea soltanto confusione e disorientamento tra gli operatori italiani ed esteri ma anche una caduta di credibilità dell'Italia. Il sistema paese ha bisogno di un progetto fieristico condiviso che finora quartieri fieristici, organizzatori privati e associazioni, in lotta feroce tra loro, non sono riusciti a realizzare. «La sentenza del giudice – osserva Giuseppe Lesce, presidente di Ucima – sancisce uno zero a zero tra le parti e palla al centro. Rimane però il problema di costruire un evento fieristico di grande livello che risponda alle scelte strategiche delle aziende del settore che rappresentiamo. Attualmente a Ipack-Ima non partecipa nessuna delle grandi imprese del comparto e le ricordo l'importanza dell'imballaggio per l'economia: ha una propensione all'export del 90%».
«Con l'attuale dirigenza di Ipack-Ima – aggiunge Paolo Gambuli, direttore di Ucima – guidata da 30 anni da un signore privato, abbiamo profonde divergenze strategiche. Stiamo costruendo un progetto che cercherà di rispondere alle esigenze delle nostre imprese». Non è solo una questione di soldi per Ucima? «Ovviamente i soldi contano – risponde Gambuli – ma non sono la ragione principale. L'obiettivo primario è quello di dare alle nostre imprese uno strumento adeguato alle sfide dei mercati».
Molto dura la risposta di Guido Corbella, ad di Ipack-Ima, che è controllata per il 66,55% da Centrexpo che fa capo agli industriali della grafica di Acimga. «Palla al centro un bel niente – replica Corbella – Ucima ha chiesto 5 milioni di risarcimento ma il giudice ha rigettato la loro istanza. A Ipack-Ima abbiamo 1.300 espositori provenienti da 35 paesi. Continuino pure con Packology: non ci infastidisce per niente. Noi diciamo no alle rendite parassitarie e alle clonazioni di eventi; sì a un sistema fieristico compatto, a vantaggio del sistema Italia». Poi però Corbella lascia uno spiraglio aperto. «Ho il massimo rispetto per i costruttori e sono disponibile al dialogo secondo valori condivisi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Emanuele Scarci

AEFI - Associazione Esposizioni e Fiere italiane

Via Emilia, 155 - 47921 Rimini - Tel: +39 0541-744229 Fax: +39 0541-744512 E-mail: info@aefi.it

P.IVA 03621660962 Copyright Aefi 2003-2024 - Tutti i diritti riservati